LOVING VINCENT. (2017)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: Dorota Kobiela, Hugh Welchman
Sceneggiatura di: Dorota Kobiela, Hugh Welchman, Jacek Dehnel
Prodotto da: Sean M. Bobbitt, Ivan Mactaggart
Produzione: BreakThru Productions, Trademark Films, Silver Reel, Odra Film, Centrum Technologii Audiowizualnych, Polski Instytut Sztuki Filmowej
Animazioni: BreakThru Productions
Edizione Italiana: Nexo Digital
USCITA ITALIANA: 16 OTTOBRE 2017
Il primo lungometraggio d'animazione interamente realizzato con dipinti su tela non poteva non riguardare uno degli artisti tra i più famosi del mondo e tra i più prolifici, ma anche quello dalla vita tanto travagliata e una fine che rimane tutt'ora un mistero.
La storia narrata nel film inizia dopo la dipartita del pittore. Armand Roulin, il figlio di un postino amico di Van Gogh, riceve in incarico di consegnare una lettera indirizzata al fratello Theo. Il giovane si reca così a Parigi dove inizierà un viaggio intervistando le persone che conoscevano l'artista e i luoghi che lui aveva visitato nell'ultima parte della sua vita, con il fine di rintracciare il fratello Theo e consegnargli la lettera. Un viaggio che lo porterà a scoprire quel mondo tormentato in cui Vincent era vissuto prima del gesto che lo aveva portato alla morte.
Una lunga produzione di quasi dieci anni; cinque milioni e mezzo di euro di budget; oltre sessantamila fotogrammi dipinti ad olio su tela e centocinquanta artisti. Questi sono i numeri principali che sorreggono quest'imponente opera - il primo film al mondo ad essere concepito proprio come un dipinto, e realizzato con le splendide tecniche pittoriche che hanno reso Van Gogh uno dei maggiori artisti della storia. Un tuffo nella sua vita, sopratutto nell'ultima parte, una di quelle più prolifiche ma anche più tormentate e in cui ha trovato una tragica fine anche se in giovane età.
Una visione che inizia e finisce con le migliori immagini che tutti conoscono del pittore, quei cieli stellati e viste notturne di inestimabile bellezza, eredità dell'artista al mondo. Un viaggio visivo come pochi film riescono ad riprodurre. Ci sono molti aggettivi con cui poter descrivere l'opera e che non renderanno mai appieno quanto realizzato. Quasi quasi dispiace la vista ristretta in 4:3 con cui l'opera è realizzata, che rende impossibile riempire il campo visivo di chi guarda con le splendide pennellate in movimento di ogni scena. Ma questo, come molto altro del progetto, è un omaggio all'artista e una migliore integrazione con il mondo dell'arte.
Una serie di incontri che si trasformano in viaggio che appassionerà anche lo stesso protagonista sono al centro della storia originale che ci porta all'interno del mondo vissuto da Van Gogh. Un filo conduttore che oggettivamente non cerca di esaltarne gesta e opere, piuttosto di fare un resoconto attraverso volti e voci di chi lo conosceva ed era lui vicino nell'ultima parte della sua vita, resoconto illustrato proprio attraverso il suo stile pittorico. Una scrittura che non presenta però ottimi tempi tecnici, che cala leggermente a metà e si riprende nell'ultima parte. Ma non per questo la visione non vale il biglietto, anzi, proprio il contrario. Lovin Vincent infatti è un inno non solo rivolto alle splendide opere dell'artista olandese e al mondo dell'arte, ma soprattutto alla diffidenza e all'abbandono.
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(2017)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di:
Dorota Kobiela, Hugh Welchman
Sceneggiatura di:
Dorota Kobiela, Hugh Welchman, Jacek Dehnel
Prodotto da:
Sean M. Bobbitt, Ivan Mactaggart
Produzione:
BreakThru Productions, Trademark Films, Silver Reel, Odra Film, Centrum Technologii Audiowizualnych, Polski Instytut Sztuki Filmowej
Animazioni:
BreakThru Productions
Edizione Italiana:
Nexo Digital
USCITA ITALIANA: 16 OTTOBRE 2017
Il primo lungometraggio d'animazione interamente realizzato con dipinti su tela non poteva non riguardare uno degli artisti tra i più famosi del mondo e tra i più prolifici, ma anche quello dalla vita tanto travagliata e una fine che rimane tutt'ora un mistero.
La storia narrata nel film inizia dopo la dipartita del pittore. Armand Roulin, il figlio di un postino amico di Van Gogh, riceve in incarico di consegnare una lettera indirizzata al fratello Theo. Il giovane si reca così a Parigi dove inizierà un viaggio intervistando le persone che conoscevano l'artista e i luoghi che lui aveva visitato nell'ultima parte della sua vita, con il fine di rintracciare il fratello Theo e consegnargli la lettera. Un viaggio che lo porterà a scoprire quel mondo tormentato in cui Vincent era vissuto prima del gesto che lo aveva portato alla morte.
Una lunga produzione di quasi dieci anni; cinque milioni e mezzo di euro di budget; oltre sessantamila fotogrammi dipinti ad olio su tela e centocinquanta artisti. Questi sono i numeri principali che sorreggono quest'imponente opera - il primo film al mondo ad essere concepito proprio come un dipinto, e realizzato con le splendide tecniche pittoriche che hanno reso Van Gogh uno dei maggiori artisti della storia. Un tuffo nella sua vita, sopratutto nell'ultima parte, una di quelle più prolifiche ma anche più tormentate e in cui ha trovato una tragica fine anche se in giovane età.
Una visione che inizia e finisce con le migliori immagini che tutti conoscono del pittore, quei cieli stellati e viste notturne di inestimabile bellezza, eredità dell'artista al mondo. Un viaggio visivo come pochi film riescono ad riprodurre. Ci sono molti aggettivi con cui poter descrivere l'opera e che non renderanno mai appieno quanto realizzato. Quasi quasi dispiace la vista ristretta in 4:3 con cui l'opera è realizzata, che rende impossibile riempire il campo visivo di chi guarda con le splendide pennellate in movimento di ogni scena. Ma questo, come molto altro del progetto, è un omaggio all'artista e una migliore integrazione con il mondo dell'arte.
Una serie di incontri che si trasformano in viaggio che appassionerà anche lo stesso protagonista sono al centro della storia originale che ci porta all'interno del mondo vissuto da Van Gogh. Un filo conduttore che oggettivamente non cerca di esaltarne gesta e opere, piuttosto di fare un resoconto attraverso volti e voci di chi lo conosceva ed era lui vicino nell'ultima parte della sua vita, resoconto illustrato proprio attraverso il suo stile pittorico. Una scrittura che non presenta però ottimi tempi tecnici, che cala leggermente a metà e si riprende nell'ultima parte. Ma non per questo la visione non vale il biglietto, anzi, proprio il contrario. Lovin Vincent infatti è un inno non solo rivolto alle splendide opere dell'artista olandese e al mondo dell'arte, ma soprattutto alla diffidenza e all'abbandono.